Settimane di sfilate e fiaccolate, di nuove leggi, di sensibilizzazione a non uccidere più le donne e a comportarsi con rispetto, non sono servite a nulla. I femminicidi continuano a imperversare in maniera pazzesca e fuori da ogni minimo senso del mettere in atto il significato di esistenza. Abbiamo scomodato fior di intellettuali, psicologi, sociologi, ascoltato le coscienze della gente comune, abbiamo contribuito a manifestare il nostro pensiero in merito a questo tema del nostro tempo, scrivendo e partecipando a salotti televisivi, ma nulla è valso a non scatenare più l’odio incancrenito nel genere maschile. È la società, siamo tutti noi che abbiamo creato qualcosa di incredibilmente brutale che ci affossa nella vergogna di sentirci ancora uomini. Ma uomini di che cosa? Di nulla, di niente, perché persino incapaci di vergognarci di commettere aberranti gesti che di umano hanno proprio zero. Fermiamoci, perché stiamo correndo verso la strada del non ritorno. Per il futuro delle famiglie, dei figli, della vita, dell’amore. Fermiamo questo dilagare di violenza. Siamo nati tutti da una donna; la nostra mamma. Cosa sarebbe accaduto se un uomo l’avesse uccisa mentre noi eravamo dentro la sua pancia? Salvino Cavallaro